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La storia di Gisola si sposa inesorabilmente con le vicende che hanno caratterizzato le Valli di Lanzo.

Il documento più antico ritrovato, al presente, negli archivi risulta essere quello del 2 agosto 1286 in cui i monaci di San Mauro davano delega al loro abate Raimondo di attare, per ventinove anni, al marchese Guglielmo VII di Monferrato i possedimenti del monastero situati nelle Valli di Lanzo.
Inoltre Gisola viene spesso citata dagli storici delle vallate lanzesi per l’origine antichissima della Parrocchia.

Dalla visita pastorale del 1547 relativa a Gisola, apprendiamo che un’insigne reliquia del corpo dell’apostolo Giacomo di Zebedeo era conservata all’interno di una piccola urna di legno posta nell’altare. Tant’è che nelle Memorie antiche di Lanzo e Valli del Periolatto del 1749 si fa cenno al grandissimo numero di pellegrini che facevano tappa a Gisola per venerare la reliquia.

La leggenda vuole anche che al principio del Settecento si vericasse “ il gran miracolo di S. Giacomo in Gisola”, per il quale due carcerati, ingiustamente condannati, sarebbero stati sciolti dalle catene per prodigio di S. Giacomo onde, come ex voto, portarono le loro catene a Gisola.

La storia della Chiesa di San Giacomo Maggiore di Gisola si sposa inesorabilmente con quella di San Martino Vescovo di Mezzenile, e racconta di liti, attriti, rivendicazioni secolari tra la borgata di Gisola e il Capoluogo di Mezzenile.
Si dovrà attendere il 19 settembre 1769 per vedere la ne di queste secolari incomprensioni, quando l’Arcivescovo di Torino, Rorengo di Rorà, erigerà Gisola ad assoluta e indipendente Parrocchia.

L’attuale Parrocchiale di Gisola risale al 1861, quando su suggerimento del Teologo Federico Albert si decise la riedicazione di una nuova chiesa, in sostituzione dell’antica struttura, ormai pericolante.